YouTube, il 33% delle visualizzazioni è sui video lunghi
Contrariamente a quanto si pensi, l'utente medio di YouTube non ha la soglia di attenzione di un pesciolino rosso e riesce a concentrarsi anche su video di una certa lunghezza.
Lo ha dichiarato il sito stesso, che ad un evento ha comunicato una statistica molto interessante sia per chi produce video, per chi li sfrutta per l'advertising e per tutti gli esperti di settore.
Ebbene, quasi un terzo del tempo totale di visualizzazione su YouTube è speso su video lunghi 20 o più minuti.
Da questo possiamo comprendere due aspetti. Il primo è che i video di formato più lungo del normale riescono in qualche modo a far "sprofondare" l'utente in ciò che raccontano.
Il secondo è che un terzo delle ricerche su YouTube riguarda news e fatti del giorno.
Inoltre circa l'80% del traffico registrato dal repository video più famoso al mondo proviene al di fuori degli USA.
Come sappiamo YouTube ha speso molte energie negli ultimi anni per spingere alla produzione di video originali di alta qualità, quasi a livello televisivo. E i risultati si sono visti, sia dal punto di vista della popolarità che da quello del traffico internet impiegato dal sito.
Dopo tutto YouTube ha investito molto negli utenti e ha aperto alla monetizzazione attraverso canali a pagamento, per coloro che vogliono distribuire i loro contenuti secondo quel modello di business.
In più sono state aggiunte parecchie feature live e YouTube offre anche delle infrastrutture d'eccellenza a Los Angeles, Londra e Tokyo per chi vuole produrre video secondo i migliori standard attualmente disponibili.
Visto che il trend attuale si sta spostando dalla classica fruizione televisiva verso device "second screen" e TV connesse alla rete, YouTube dovrebbe incoraggiare sempre di più la creazione di questi contenuti lunghi e professionali, per competere ad armi pari con la TV via satellite e altri broadcaster.
Insomma, sembra che il vecchio mito che consigliava di tenere i video di YouTube al di sotto dei 3 minuti per evitare l'abbandono degli utenti non fosse così esatto. Almeno alla luce degli ultimi dati rivelati da YouTube.